Papa Francesco: incessante, quotidiano operatore di pace

Un ricordo di Papa Francesco, una figura storica fondamentale che ha testimoniato fino alla fine la scelta della nonviolenza e che ha alzato la sua voce per la pace positiva

Papa Francesco: incessante, quotidiano operatore di pace

Non c’è luogo in guerra della nostra comune madre Terra che non abbia avuto la vicinanza di papa Francesco, in ogni continente. Una sua telefonata, un suo messaggio, un suo saluto, il suo aiuto diretto e sostenendo chi era loro vicino ha raggiunto chi soffriva per le distruzioni, le ferite, le morti, gli orrori della guerra, il male, l’odio, la violenza che non fa più riconoscere l’altro come fratello e sorella.

Si è sempre messo dalla parte delle vittime innocenti di tutte le guerre, considerando la verità di queste vittime della violenza, guardando la realtà con i loro occhi e ascoltando i loro racconti a cuore aperto. “Così potremo riconoscere l’abisso del male nel cuore della guerra e non ci turberà il fatto che ci trattino come ingenui perché abbiamo scelto la pace” (Fratelli tutti, 261).

Insieme alla vicinanza, la ricerca instancabile della pace, che si deve costruire con il dialogo, il negoziato (“che non è mai resa”), con la comprensione delle ragioni degli altri, con l’inesauribile ricerca di quanto ci fa convivere riconoscendoci fratelli e sorelle nelle nostre diversità.

Nel “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” (sottoscritto da Papa Francesco con Ahamd Al Tayyeb, Grande Imam di Al-Azhar, il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi) c’é una denuncia chiara delle cause della “terza guerra mondiale a pezzi” e l’indicazione della via per la pace nella fratellanza umana: nel dialogo, nella collaborazione comune come condotta, nella conoscenza reciproca come metodo e criterio. 

E ancora una volta si ricorda che solo dando voce e potere nelle religioni alle donne ci sarà un cambiamento reale dei comportamenti e coerenza tra quanto annunciato e la vita di ogni comunità.

E’ importante notare che in questo documento c’è una chiara intenzione di uscire da una logica auto centrata del mondo, per ritrovarsi un’ unica umanità fraterna: “L’Occidente potrebbe trovare nelle civiltà dell’Oriente rimedi per alcune sue malattie spirituali e religiose causate dal dominio del materialismo. L’Oriente potrebbe trovare nelle civiltà dell’Occidente elementi che possono aiutarlo a superare la debolezza, la divisione, il declino tecnico e culturale… Consolidando i diritti umani generali e comuni, per contribuire a garantire una vita dignitosa per tutta l’umanità, in Occidente e in Oriente, evitando l’uso della politica della doppia misura”.

Papa Francesco ha testimoniato in modo radicale la scelta della nonviolenza evangelica, fondamento di una pace positiva che riconosce, in forma giuridica e nella struttura sociale, il valore di ogni persona, nel sentirsi “tutti” insieme, su un’unica Terra, in una unica comunità, che non lascia indietro e non scarta nessuno.   

Nel messaggio del 1° gennaio 2017 scrive con chiarezza: “Soprattutto nelle situazioni di conflitto facciamo della nonviolenza attiva il nostro stile di vita”. E si sofferma sulla “nonviolenza come stile di una politica di pace… Dal livello locale e quotidiano fino a quello dell’ordine mondiale, possa la nonviolenza diventare lo stile caratteristico delle nostre decisioni, delle nostre relazioni, delle nostre azioni, della politica in tutte le sue forme”.

Nel messaggio Papa Francesco ricorda anche i risultati “impressionanti” che la nonviolenza ha ottenuto nella storia citando, oltre a diversi Papi che lo hanno preceduto, Gandhi, Abdul Ghaffar Khan, Martin Luther King e Leymah Gbowee e le donne liberiane che con le loro lotte nonviolente hanno ottenuto negoziati di pace per la conclusione della guerra civile in Liberia.

Ed ancora, quanto già detto ad Assisi nel 2016: “Mai il nome di Dio può giustificare la violenza. Solo la pace è santa, non la guerra!”. “La nonviolenza attiva è un modo per mostrare che l’unità è più potente e feconda del conflitto violento”.

Nell’ultima domenica di ricovero papa Francesco ha scritto : “In questo momento di malattia la guerra appare ancora più assurda. La fragilità umana, infatti ha il potere di renderci più lucidi rispetto a ciò che dura e a ciò che passa, a ciò che fa vivere e a ciò che uccide. Forse per questo tendiamo così spesso a negare i limiti e a sfuggire le persone fragili e ferite…Dobbiamo disarmare le parole, disarmare la Terra.

E nell’ultimo Angelus di Pasqua in modo inequivocabile: “Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo! L’esigenza di difesa non può trasformarsi in una corsa  generale al riarmo”.

Grazie Signore per averci donato Papa Francesco, per la sua testimonianza evangelica, invochiamo lo Spirito Santo che ci aiuti a proseguire senza mai stancarci il suo cammino di pace integrale e Maria, regina della pace, di pregare per noi.

21 aprile 2025



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