Disobbedienza e non violenza

I primi due interventi dei giovani volontari in servizio civile dell'anno 2023/2024 all'Assemblea Provinciale Annuale, partendo dalla riflessione e dal lavoro a gruppi sul significato che ha oggi per un giovane la disobbedienza civile e l'impegno del servizio civile universale

Disobbedienza e non violenza

1.

lo non sono qui con voi, sono in un altro mondo.

Sono dove i migranti rubano il lavoro, dove le donne non guadagnano come gli uomini, dove non mangiare carne è poco salutare, dove obbedire è più "facile" che disobbedire, perché sin dall'infanzia siamo abituati a rispettare le regole imposte dai genitori, ad essere puniti per paura del giudizio siamo portati a un senso di disobbedienza che crescendo muta. Disobbedire oggi non vuol dire andare contro una legge, disobbedire oggi vuol dire andare contro il giudizio.

Giudizio di una società che ha un pensiero unico. La società ti giudica.

Cosa significa disobbedire? Ha senso al giorno d'oggi farlo?

Per noi ha senso farlo se c'è un interesse reale nel cambiare qualcosa che non consideriamo giusto, essendo consci del fatto che questo debba avvenire in ogni singolo individuo per far si che qualcosa accada realmente. D'altra parte in un mondo che è fortemente rassegnato ed interessato solo ai propri interessi troviamo sempre più difficile che questo avvenga. Disobbedire anche per poter essere considerati volontari privi di competenze, quando noi svolgiamo le nostre attività ordinarie come i nostri colleghi e di più dando loro una mano in tutto. Negli anni '60 disobbedire voleva dire non volere una società basata sulle armi e quindi non voler partecipare alla leva obbligatoria, mentre adesso vorremmo essere considerati obiettori di coscienza portatori di capacità, idee e nuove prospettive, capaci di renderci anche figure spendibili nel mondo del lavoro. Non vorremmo più parlare di disobbedienza come una ribellione attiva ma semplicemente come un agire e costruire un nuovo punto di vista sul nostro ruolo e le sue prospettive di crescita.

Il servizio civile è un'esperienza di vita, un'occasione per conoscere e confrontarsi con diverse realtà, un modo di dedicare il proprio tempo al servizio degli altri, aiutando anche le persone più fragili, come gli anziani che oltre ad avere bisogno di un sostegno hanno prima di tutto bisogno di sentirsi amati e in qualche modo protetti; ma anche i bambini che nel loro piccolo sono in grado di cambiare l'umore con un loro sorriso. L'esperienza di servizio civile può portare con sé fenomeni di disobbedienza, che però non vanno intesi come la disobbedienza delle "origini" ma come vicinanza e sostegno alle minoranze che compongono la popolazione, come per esempio aiutare persone straniere, che hanno difficoltà con la lingua, ad integrarsi nel contesto in cui vivono.

La disobbedienza è nelle piccole scelte e azioni di ogni giorno.



2.

Al giorno d'oggi sicuramente i ragazzi non decidono di svolgere il servizio civile per disobbedire alla violenza.

È la scelta di intraprendere un'esperienza che deriva dalla necessità di rompere una monotonia, dalla ricerca di un impegno quotidiano che porti soddisfazioni personali, di diventare parte di un gruppo o semplicemente dalla scelta di un progetto che ci ha suscitato interesse. Oggi il servizio civile rappresenta la possibilità di conoscere e vivere il territorio in cui si opera e di creare legami con chi si incontra durante il percorso.

Il servizio civile si configura come un periodo di transizione e scelte significative. La prospettiva di scegliere un lavoro basato sulla passione è apprezzabile, ma spesso la realtà impone una sfida nella ricerca di un equilibrio tra ciò che amiamo e la sostenibilità economica. E' una scelta consapevole di vivere un percorso che si ritiene affine alle proprie inclinazioni. È un modo nobile di contribuire alla comunità e crescere personalmente attraverso un impegno mirato.

La diversità delle motivazioni arricchisce il progetto generale del servizio civile, offrendo opportunità di apprendimento e crescita. La vera ricchezza della cultura risiede nell'apertura alla diversità di pensiero, religione e modelli di vita. Non si tratta di una vera e propria disobbedienza, bensì un atto di adattamento al valore dell'individualità. Abbracciare la diversità contribuisce a una società più inclusiva, rompendo gli schemi dell'omologazione.

Il processo di ampliare le competenze professionali durante il servizio civile è parallelo a un viaggio interiore che ci consente di conoscere meglio noi stessi. Imparare a gestire il nostro modo di essere e coltivare la pazienza, abilità preziosa che contribuisce non solo al nostro sviluppo professionale ma anche personale.

L'affermazione "L'obbedienza non è più una virtù" suggerisce un cambio di prospettiva rispetto al tradizionale valore dell'obbedienza cieca. In un contesto come quello educativo, potrebbe implicare la necessità di incoraggiare una critica costruttiva, la creatività e l'autonomia intellettuale anziché la conformità. Don Milani, con la sua visione di una scuola aperta, sembra condividere questa idea, sottolineando l'importanza di collegare la conoscenza al progetto di vita individuale per promuovere uno sviluppo completo delle intelligenze.

Fare il servizio civile è come stare dentro a un sandwich: è uno spazio morbido tra il lavoro e il volontariato; potremmo definirlo come un trailer, una sorta di anteprima di quello che sarà il lavoro vero e proprio, uno strumento per scoprire in prima persona le diverse possibilità professionali e per conoscere le differenti figure esistenti all'interno e al di fuori del territorio. Aiuta ad andare oltre alla propria quotidianità, incentivando il rapporto con gli altri e favorendo le social skills, prepara al mondo del lavoro alimentando la conoscenza del luogo e migliorando lo spirito di cooperazione.

(a cura di operatrici e operatori volontari in servizio civile 2023/2024)


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