La Cia ha gia' pianificato di uccidere Assange

Michele Santoro presenta un'intervista con Stefania Maurizi, giornalista de Il Fatto Quotidiano e massima esperta del caso Julian Assange, per la sua opinione sull'evoluzione del caso del giornalista e attivista australiano, mentre si aspettano notizie sulla sentenza dell' Alta Corte di Londra.

La Cia ha gia' pianificato di uccidere Assange



L’Alta Corte di Londra prende ancora tempo sul caso di Julian Assange. La sentenza definitiva sul ricorso contro l’estradizione negli Stati Uniti del fondatore di WikiLeaks, che l’amministrazione americana vuole processare in casa per diffusione illecita di documenti riservati, non ha ancora una data e non si sa quando i giudici inglesi daranno una risposta concreta. Il giornalista australiano è accusato di aver violato l’Espionage Act, un reato che contempla una condanna fino a 175 anni di detenzione.

"Nel nostro Paese esiste un doppio standard nell'informazione su Assange", afferma Stefania Maurizi, giornalista de Il Fatto Quotidiano e massima esperta del caso Assange. "Se un giornalista, o un dissidente, appartiene a Paesi che l'Occidente considera non democratici, i media condannano le condizioni e gli abusi subiti, così come accaduto con Navalny. Se invece appartiene al mondo delle democrazie occidentali non può dire la verità. E questo è il caso del giornalista australiano".

"Secondo testimoni, la Cia ha già lavorato in passato per ucciderlo. L'unica speranza rimane quella di appellarsi alla Corte Europea dei Diritti Umani, altrimenti "nel momento in cui verrà estradato negli Usa, Assange sarà un uomo morto".



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