L’enorme tragedia che sta investendo l’Europa, a causa del conflitto Russia-Ucraina, ci pone, anzi ci impone una profonda riflessione sul significato della parola accoglienza.
La parola “accoglienza” deriva dal latino ad-cum-legere, “raccogliere insieme verso”, e già l’etimologia metaforicamente ne traduce la funzione e la finalità cui sottende. Accogliere presuppone un’azione di accettazione dell’altro, non condizionata da opinioni e giudizi. Accogliere significa prendere con sé l’altro, appunto raccogliere e accogliere tutte le parti dell’altro, anche quelle più dolorose, al fine di condurre e riportare l’individuo verso e all’interno della comunità.
L’accoglienza non è un sentiero unidirezionale, piuttosto un percorso circolare e dinamico che coinvolge le persone e presuppone uno scambio, un dare e ricevere. Accogliere vuol dire mettersi in gioco, e in questo esprime una sfumatura ulteriore rispetto al supremo buon costume dell’ospitalità. Chi accoglie rende partecipe di qualcosa di proprio, si offre, si spalanca verso l’altro.
Se si deve apprendere da piccoli la capacità di accogliere le dissimilitudini delle vite umane, è da adulti però che è nostro dovere costruire una cultura continuamente animata da empatia, da condivisione con l'altro, e accettazione del diverso. Anche di chi ha un colore più scuro della pelle, è mussulmano o parla una lingua diversa dalla nostra. È proprio dal miscuglio eterogeneo di persone, che si avrà un arricchimento per tutta la comunità nella sua interezza. Perché solo dalla condivisione di saperi, vissuti, emozioni e parole, solo dal confronto fra mondi lontani la società potrà evolvere. Perché ormai pensarci in compartimenti stagni, in classi, in razze è una operazione quanto meno anacronistica. Promuovere un ideale di inclusione della diversità diventa ad oggi un'azione di impellente necessità per la collettività. Perché ci coinvolge tutti, tocca noi, ma anche le generazioni future. Nessuno escluso. Si tratta di diritti da garantire a chiunque, richiama il principio di equità sociale.
Ed è su questo caposaldo che si fonda l’attività di Casa della Pace a Parma, che in un’azione sinergica con l’associazione Ciac Onlus si batte quotidianamente per garantire a tutti e tutte l’accoglienza.
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