Aggiornamento dal Myanmar

Il Tribunale Militare ha condannato Aung San Suu Kyi ad altri 6 anni di carcere con accuse di corruzione. I giorni della passione in Myanmar continuano, ma con una speranza verso la democrazia.

Aggiornamento dal Myanmar

Il 15 agosto a Naypyidaw il Tribunale Militare ha condannato Aung San Suu Kyi ad altri 6 anni di carcere con accuse di corruzione. Si aggiungono a precedenti condanne per un totale di 11 anni.
Questo è il suo calvario oggi, insieme al suo popolo aggredito, bombardato, arrestato, torturato, condannato a morte. Lei è in stretto isolamento nel carcere di Naypyidaw. Il processo si svolge a porte chiuse, ai suoi avvocati è proibito parlare. Anche il processo del Tribunale Militare è parte della strategia della giunta militare che ha preso il potere in Myanmar e tiene prigioniero un popolo intero.

Il 15 agosto era la festa dell’Assunta nel mondo cristiano, il giorno del Magnificat.
Aung San Suu Kyi lo conosce: “ha rovesciato i potenti
dai troni, ha innalzato gli umili”.
Saranno rovesciati, i potenti.
La vita di Aung San Suu Kyi e del suo popolo è nel cuore dell’umanità: essi camminano verso il futuro. Chi cammina con loro?
Ciascuno di noi, ciascuna di noi, parli per loro. Per la loro libertà. Parliamo per loro, oggi.
La nostra voce li raggiunge, parliamo per loro.

Queste le parole che ho manifestato subito dopo l'arrivo della notizia e che alcuni mezzi di informazione hanno ripreso. I giorni della passione in Myanmar continuano, sempre più incerto è il potere dei militari, la resistenza è incessante.
A settembre all'Assemblea Generale dell'ONU forse si parlerà del Myanmar. La lotta per la democrazia non finisce mai. Il cammino di liberazione dell'umanità viene da molto lontano, dura nei secoli.

Esso è sostenuto potentemente dalla forza dello spirito.
Le Monache
Benedettine del Monastero di Santa Cecilia in Trastevere, a Roma, ogni mese pregano per il Myanmar e per Aung San Suu Kyi. Mi scrive la Madre Badessa Maria Giovanna:
«Carissima Albertina, ricevo i tuoi messaggi e mi unisco, insieme alle consorelle, alla preghiera insistente, perché il Signore abbia pietà di questa povera umanità. Vogliamo far giungere ad Aung San Suu Kyi e a tutti i nostri amici della Birmania questo messaggio: “Noi monache del Monastero di S. Cecilia in Roma continuiamo a pregare il Signore, con una preghiera speciale, durante la celebrazione del Vespro di ogni plenilunio, memoriale della Pasqua per noi cristiani e giornata dedicata particolarmente alla preghiera per i buddisti. Oggi, nella festa della Trasfigurazione del Signore vogliamo ricordare in modo particolare i nostri amici. Il Signore faccia splendere la Luce del Suo Volto sul nostro mondo tormentato dalle forze del male e lo trasfiguri donandogli la Sua Pace. Invochiamo la benedizione di Dio Padre di tutti, Signore del mondo e della storia.” In comunione di Speranza».

Mentre preghiamo e condividiamo la resistenza in Myanmar, viviamo la nostra storia, la nostra resistenza. Lunedì prossimo sarò a Ravenna per la commemorazione del 99° anniversario dell'uccisione di Don Giovanni Minzoni, prete ravennate, per mano fascista. La mattina visiterò l'Isola di Spinaroni, nelle valli vicine, sede di un Museo della resistenza e luogo delle azioni dei partigiani, comandati da Bulow, Arrigo Boldrini. Alla vigilia di una campagna elettorale che deciderà quanto l'Italia resterà in piedi sul cammino della democrazia.

Uniti sempre, dall'Oriente all'Occidente.



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