Dal mondo
Sudan, un anno di guerra
Sudan: un anno di guerra, la sofferenza dei civili
Sono 8,6 milioni i sudanesi sfollati a causa del conflitto in corso da un anno in Sudan. Questo il dato aggiornato fornito dall’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr). Di questi 8,6 milioni di persone, almeno 1,8 milioni hanno lasciato il Sudan dirigendosi nei Paesi vicini, una parte ha infoltito i flussi migratori verso i Paesi del Golfo, verso Nord Africa ed Europa.
di Maria Scaffidi per Africa Rivista | 16 APRILE 2024
Uno studio condotto dalla stessa Unhcr ha individuato nelle aggressioni fisiche (30%), in sistemi fiscali illegali (24%) ed estorsioni (22%) le motivazioni principali che hanno spinto la gente a fuggire.
Glisfollati all’interno del Paese sono al momento 6,8 milioni. Quasi 1,8 milioni di persone sono invece fuggite nella Repubblica Centrafricana, in Ciad, Egitto, Etiopia e Sud Sudan. Migliaia di persone continuano ad arrivare ogni giorno in aree di confine remote e insicure, dove le sfide logistiche e i costi di gestione sono enormi. Il Ciad ha accolto il maggior numero di rifugiati dallo scoppio del conflitto.
Quasi tre quarti di tutti coloro che sono fuggiti attraverso le frontiere sono rifugiati sudanesi e richiedenti asilo, mentre i restanti sono rifugiati che vivevano in Sudan prima di essere costretti a tornare prematuramente nei loro Paesi d’origine.
Oltre il 50% degli sfollati è fuggito dal Sudan nei primi quattro mesi della crisi,cominciata esattamente un anno fa, il 15 aprile 2023. A metà settembre 2023, il numero era salito a 1 milione di persone e a fine gennaio 2024 a circa 1,5 milioni. A un anno dall’inizio della guerra, migliaia di persone continuano ad attraversare le frontiere ogni giorno, con il Sud Sudan che accoglie il maggior numero di persone, compresi i rifugiati e i rimpatriati sud sudanesi, e il Ciad e l’Egitto che accolgono il maggior numero di rifugiati.(Fonte: www.africarivista.it)
DOVE STIAMO ANDANDO?
Sudan: l’ex primo ministro Hamdok e i leader di Tagadum messi sotto accusa
Il governo militare che mantiene il potere in Sudan grazie anche alsostegno dell’Irane delmovimento islamista internolegato al deposto dittatore Omar El-Bashir appare sempre più determinato a tagliare ogni possibilità di dialogo per mettere fine alla guerra civile, in corso da ormai quasi un anno. È di ieri l’annuncio dell’avvio di un procedimento penale contro l’ex primo ministro Abdallah Hamdok, capo della coalizione pro-democrazia Tagadum, e altre 15 persone, tra cui giornalisti e leader dei partiti politici che aderiscono alla coalizione pacifista – tra questi anche Yasir Arman (SPLM-N) cheNigriziahaintervistatodi recente -. Le accuse nei loro confronti paiono surreali, visti gli sforzi che da mesi il Coordinamento delle forze civili e democratiche sta compiendo per portare a una cessazione delle ostilità. Queste includono incitamento alla guerra contro lo stato, indebolimento dell’ordine costituzionale e crimini contro l’umanità. Tutte accuse che potrebbero comportare lapena di morte, ancora applicata nel paese.
di Nigrizia | 4 APRILE 2024
COME SIAMO ARRIVATI FINO A QUI?
La strage dimenticata nel Sudan devastato dai signori della guerra
La rivolta popolare che nel 2019 ha rovesciato la dittatura reazionaria e islamista di Omar al-Bashir, al potere da ormai tre decenni, sembrava potesse portare il Sudan sulla strada della transizione verso la democrazia e lo sviluppo.
Dal golpe alla guerra civile
Ma il 25 ottobre 2021 il colpo di stato militare, diretto dal generale Abdel Fattah al-Burhan, ha posto fine ad ogni speranza di liberazione, nonostante il tentativo di resistenza di un vasto fronte di forze politiche, sociali e sindacali che hanno pagato con centinaia di morti le continue mobilitazioni contro il nuovo regime.
di Marco Santopadre per pagineesteri.it | 26 GENNAIO 2024