Sudan e la guerra dimenticata

Dal 15 aprile si sta consumando una guerra fratricida in larga parte dimenticata dall'opinione pubblica. Ora i primi spiragli di una opposizione popolare alla guerra che sta mettendo in pericolo tutta la popolazione, anche i bambini - La RASSEGNA STAMPA
Dal mondo

Sudan e la guerra dimenticata

Shuttershock immagine

Sudan: si compatta il fronte democratico
interno contro la guerra

Riuniti in Etiopia partiti politici, associazioni professionali, comitati di resistenza, intellettuali e società civile

Nigrizia.it | 23 OTTOBRE 2023

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Sudan: Khartoum e' una cittA' fantasma,
arruolati anche i bambini

Parlano con noi fonti interne che raccontano il dramma umanitario di milioni di persone

Khartoum,  la capitale del Sudan , non esiste più: è stata totalmente danneggiata, distrutte le case, colpiti i palazzi ministeriali dalministero della giustizia a quello dell’istruzione, incendiati. I militari hanno spostato l’amministrazionea Port Sudan. Deserte le strade, con gli abitanti uccisi o fuggiti altrove: per le vie dellacittà fantasmarimangono solo i soldati che presidiano l’area. Non ci sono  più infrastrutture, nè elettricità nè acqua. 
A raccontarcelo al telefono sono testimoni interni al Sudan (in questo momento fuori dal Paese), che descrivono uno  scenario apocalittico dove la crisi umanitaria in più di sei mesi di conflitto ha fatto  oltre 9mila morti e 5,6 milioni di sfollati.  Questi sono gli ultimi dati divulgati dalle Nazioni Unite che lo definisce «un incubo umanitario». (cliccaqui)

«La guerra tra i generali rivali, la lotta per il potere tra l’esercito regolare e quello dei mercenari, hanno reso la capitale una ghost town come dicono qui», ci spiega una delle fonti. «La cosa peggiore è che sono  rimasti in Sudan i più poveri e non hanno medicinali nè cibo.  Migliaia di persone che non potevano permettersi il viaggio (sebbene solo con bus e mezzi di fortuna) per andare via e passare il confine con l’Egitto o il Sud Sudan,oppure quelle troppo malate o troppo fragili per rischiare di affrontare una simile traversata», dice.

In urgente bisogno di assistenza umanitaria restano 25 milioni di persone, dice l’Onu. La gran parte dei dislocati interni si trova nei campi allestiti nelRiver Nile, Sud e East Darfur, Aj Jazirah e Nord Darfur. Circa  1,1 milioni di persone  invece sono riuscite a  varcare le frontiere  per raggiungere il Centrafrica, il Ciad, l’Egitto e il Sud Sudan, come ha accertato l’Unhcr. Militarmente, quella che doveva essere, da previsioni errate dei due generali (Hemedti e al-Burhan), una guerra lampo,  si è trasformata in una guerra permanente:  nelle strade soldati e paramilitari si confrontano a colpi di mortaio, missili e droni. «Le armi arrivano in gran parte dai Paesi del Golfo», raccontano le fonti.

Ancora più tristemente giunge notizia di bambini-soldato:  «Abbiamo notizia di ragazzini anche molto giovani, parliamo di bambini di 12-13 anni, arruolati dai paramilitari», dice ancora la fonte. Si tratta dell’estremo tentativo di rimpolpare le fila delle Rapid Support Froces di Hemedti, oramai colpite, ma che ancora combattono, ci racconta la fonte. Lo scenario è raccapricciante: chi può scappa, ed è già fuggito da mesi, mentre dentro il Paese i più poveri tra i  poveri soccombono o combattono.

«I mercenari offrono soldi a chi combatte e quindi si arruola proprio chi non ha più niente».
In ogni caso si soffre ovunque la fame:  «le scorte di cibo del Programma Alimentare Mondiale entrano con il contagocce,  quello che entra costa moltissimo – dice la fonte –  Viene requisito dai paramilitari e alla  gente comune arrivano le briciole , a prezzi da mercato nero. Si soffre la fame».
La guerra adesso si è completamente spostata anche in altre regioni ad Ovest: svuotata Khartoum, i mercenari hanno raggiunto le loro zone. La conquista territoriale adesso è verso la regione del Darfur, dove ha assunto caratteristiche di genocidio.



Foto riunione Casa della Pace

Lunedì 28 agosto alla riunione settimanale di Casa della Pace è passato a trovarci Franco Masini, medico italiano che opera con @emergency.ngo in Sudan.
A Khartoum da mesi ormai si combatte una vera e propria guerra per le strade della città, dove due fazioni dell’esercito si scontrano in lotta fratricida che sta provocando un bilancio altissimo di vittime. 3 milioni di persone hanno già lasciato la città, in un momento storico in cui la società civile doveva prendere il potere, ma è diventato solo un'altra opportunità per un colpo di stato delle forze militari.
Il dott. Masini ci ha spiegato quanto sia difficile continuare il proprio lavoro in questo quadro, in cui è quasi impossibile per i civili raggiungere gli ospedali e per ottenere lo spostamento di personale, medicinali e pazienti è necessaria l'autorizzazione di entrambe le parti in lotta.
"La guerra vista da dentro è molto peggio che vista da fuori. Si nota pian piano la distruzione dell'intera società. A differenza di altre guerre, a Khartoum entrambe le fazioni sono sudanesi e stanno eliminando se stessi e la loro stessa città"

INSTAGRAM @CASADELLAPACEPARMA

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