Le nostre iniziative
Si inizia con la verita'
Ogni giorno la gente comune ci insegna che la democrazia, è libertà di parola e dissenso. Ogni volta che le persone smettono di parlare e di dissentire, ogni volta che siamo distratti o pacificati, ogni volta che ci allontaniamo l’uno dall’altro, non siamo più liberi. Perché la vera democrazia è la somma della nostra resistenza. Se non parli, se rinunci a ciò che è unicamente tuo come essere umano, se ti arrendi, se abbandoni la tua coscienza, la tua indipendenza, il senso di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato, in altre parole, senza saperlo, diventate passivi e controllati, incapaci di difendere voi stessi e coloro che amate. Le persone spesso chiedono, cosa posso fare? La risposta non è così difficile. Scopri come funziona il mondo. Sfida le dichiarazioni e le intenzioni di coloro che cercano di controllarci dietro una facciata di democrazia e monarchia. Unitevi in uno scopo comune e in un principio comune, per progettare, costruire, documentare, finanziare e difendere. Impara, sfida, agisci, ORA!
Secondo Reporter senza frontiere nel 2023 gli operatori e le operatrici dell’informazione assassinati mentre svolgevano il loro lavoro, o perché svolgevano il loro lavoro, sono stati 45, 54 sono invece tenuti in ostaggio, di 84 non si hanno più notizie. Sempre nel 2023, il numero dei giornalisti in carcere (condannati, sotto processo o in attesa di processo) è arrivato a 521. Questi dati, raffrontati agli anni precedenti, ci dicono che gli attacchi delle autorità statali alla libertà di stampa sono in forte crescita. Senza contare i più di 100 giornalisti uccisi dalle forze israeliane nel massacro in atto a Gaza.
Ecco cosa, del mestiere di giornalista, risulta come un’ossessione per chi è al potere: far sapere ciò che va taciuto, indagare sulla corruzione, sulle commistioni tra governi e grandi interessi economici o, peggio, tra governi e grandi imprese criminali e sui crimini commessi dagli stessi governi. La persecuzione di Julian Assange, che si protrae da oltre dieci anni e il cui esito nefasto potrebbe essere imminente, si colloca esattamente lì.
La stampa deve servire i governati non i governanti. Chi governa, anche in una Democrazia Costituzionale e firmataria della Dichiarazione Universale dei diritti umani, avrà sempre la tentazione di ingannare il popolo per mantenersi in una posizione di dominio. Fino a quando però la Costituzione, la stampa, la Magistratura indipendente e soprattutto una opinione pubblica critica resteranno fermi sui principi stabiliti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ci potrà essere protezione per la libertà dei cittadini e per la Giustizia nel mondo.
La decisione di permettere la estradizione di Assange negli Stati Uniti significherebbe un cambiamento radicale della natura delle democrazie occidentali. Julian Assange diviene il confine di un territorio preciso: la coerenza politica con la morale e simbolo del rispetto dei valori che hanno fondato la nostra società.
Nel 2010 Jimmy Carter, ex presidente degli Stati Uniti, disse “Le rivelazioni di Wikileaks hanno reso pubblico quello che era effettivamente la verità. E’ bene svelare la verità anche se sgradevole ….. penso che la segretezza serva a nascondere attività improprie e non per il benessere del Pubblico in generale.”
Il diritto ad una informazione vera e puntuale ed il diritto alla libertà di stampa sono alla base della nostra democrazia. Gli Stati e i Popoli hanno diritto alla verità, chi governa deve agire nel rispetto di questi principi. Julian Assange rischia di essere condannato dagli Stati Uniti a 175 anni di carcere per aver diffuso attraverso la piattaforma informatica Wikileaks documenti che dimostrano atti di abusi, torture, violenze ingiustificate commesse durante la guerra in Afganistan ed Iraq, oltre ad altri gravi episodi di corruzione internazionale ad opera di politici, governanti e grandi potentati.
Le vicende giudiziarie legate a Wikileaks aprono molti interrogativi sul futuro del giornalismo d’inchiesta e sulla libertà di stampa, non solo per Assange ma per tutti i giornalisti del mondo. Si vede nel caso di Julian Assange il declino dei diritti umani che abbiamo messo in piedi qualche decennio fa, della convenzione per il diritto di asilo e anche del concetto di processo equo. La conquista della Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948 e poi la Convenzione sui Rifugiati a cui siamo arrivati nel ventesimo secolo hanno richiesto un percorso di millenni. E ora sono danneggiate dal comportamento degli Stati Uniti e del Regno Unito. Tuttavia grazie alla mobilitazione della società civile questo può essere fermato. La liberazione di Julian Assange per la quale ci battiamo costituirà una riaffermazione di tutte le convenzioni internazionali dei diritti umani.
Alcune delle nostre Donne in Nero si sono recate a Roma per partecipare alla conferenza stampa alla Camera dei Deputati per dare voce a Julian Assange e alla difesa della libertà di stampa.
Il giorno precedente il Comune di Roma aveva conferito la cittadinanza onoraria al giornalista. La mattina stessa della conferenza, venerdì 16 febbraio, è stata consegnata una lettera scritta e sottoscritta da tutti i movimenti italiano che chiedono la liberazione di Julian all'ambasciatore britannico in Italia, Edward Lllewellyn, firmata anche da moltissimi nomi della politica, del giornalismo, della musica ecc. e da singoli cittadini. La lettera chiede di intervenire con goni strumento diplomatico per fermare l'estradizione.
Tante sono state le manifestazioni nella giornata del 20 febbraio in tutta Italia per sostenere Stella e Julian Assange, mentre si discuteva della sua estradizione: a Milano davanti al Consolato britannico, a Roma davanti all'Ambasciata britannica, a Napoli davanti al Consolato USA, a Catania davanti alla Prefettura e ancora a Perugia, Cagliari e tanti altri.
NON SMETTIAMO DI CHIEDERE LIBERTA' E GIUSTIZIA!
Cosa mettono in prima pagina i giornali di oggi pur di non parlare di Assange
Se foste uno dei quotidiani più venduti in Italia e aveste a disposizione non uno, ma ben due corrispondenti in quel di Londra, dove si sta attendendo il verdetto dell’Alta Corte britannica sull’estradizione di Julian Assange, che articolo fareste loro scrivere? Il buon senso imporrebbe una cronaca dettagliata sull’attesa della sentenza sul destino fondatore di Wikileaks… Invece, stamattina, una rassegna stampa dettagliata ci regala la cronaca dal mondo alla rovescia
di Enrica Perucchietti per L'Indipendente | 21 FEBBRAIO 2024