Accoglienza
Salvare i migranti dalla Bosnia: tre proposte concrete per portarli in Italia
Salvare i migranti dall’inferno della Bosnia per portarli in Italia in modo legale e sicuro è possibile. Attraverso tre strade concrete che richiedono subito l'impegno a percorrerle: corridoi umanitari, lettere di invito da parte dei Comuni e l’attivazione del permesso per cure mediche.
Il giorno 1° febbraio 2021 il Consiglio Comunale di Parma approvò una mozione dal titolo “Emergenza richiedenti asilo e profughi sulla rotta balcanica”. Lo stesso consiglio ha sollecitato le varie realtà del territorio a proporre soluzioni percorribili per soccorrere chi sta vivendo in veri e propri campi di concentramento per migranti ai confini dell'Europa. Per rispondere a questa necessità, ci siamo confrontati direttamente con chi lavora sulla cosiddetta “rotta balcanica” e abbiamo approfondito la questione con avvocati che si occupano di migrazioni.
La mozione avrebbe potuto esaurirsi in sé, ma grazie all’intervento del Terzo settore una lettera aperta venne indirizzata all’Amministrazione comunale di Parma in cui si indicano tre vie possibili mediante le quali sarebbe stato possibile salvare migranti bloccati:
- La prima strada percorribile è la creazione di corridoi umanitari che permettano, almeno alle persone più vulnerabili, di arrivare nel nostro territorio ed essere aiutati e assistiti nel modo migliore. In questo caso l’attivazione deve essere fatta direttamente dal Governo nazionale, con tutte le complicazioni immaginabili.
- La seconda possibilità chiama in causa direttamente i Comuni che, attraverso lettere di invito e garanzia, possono permettere l’ingresso di uno straniero in Italia. Una soluzione già sperimentata con successo a Parma a metà degli anni Novanta, per soccorrere i renitenti alla guerra in Jugoslavia. Le lettere d’invito sono tutt’ora in uso presso le Ambasciate e quindi liberamente utilizzabili.
- La terza possibilità è quella del permesso per cure mediche: si tratta di un percorso più complesso, da attivarsi comunque pensando al lungo periodo ma meno idoneo, vista l’emergenza attualissima.
La lettera ha avuto uno straordinario successo in adesioni di associazioni (sottoscritta per ora da 25 realtà del terzo settore ed inviata a diversi esponenti dell’amministrazione di Parma nell'aprile 2021) e, pur nata localmente, diviene ben presto un riferimento nazionale. Aderisce persino la Rete Comuni Solidali, composta da 297 Comuni italiani.
Auspichiamo che tante amministrazioni del nostro territorio e non solo, vogliano continuare ad impegnarsi in questo percorso.
Crediamo che sia urgente impegnarsi concretamente per salvare delle vite e restituire il futuro a persone che hanno perso anche i diritti più elementari. Per questo lanciamo un appello a sottoscrivere la lettera in allegato da parte di associazioni, di persone, di tutti, inviando una mail.
INFO E ADESIONI ALLA EMAIL:
casadellapaceparma@gmail.com
I FIRMATARI DELLA LETTERA (in aggiornamento) Sottoscrizioni da realtà di Parma: CIAC Casa della pace Consorzio delle cooperative di solidarietà sociale Caritas diocesana Comunità Betania Art Lab Coordinamento Pace e Solidarietà Tuttimondi asd-aps Associazione Di mano in mano Coordinamento per la Democrazia Costituzionale Festival of praice and care Centro aiuto alla vita Pozzo di Sicar Istituto del Buon Pastore Rete Kurdistan Associazione Kwa Dunia Comitato Chiamata contro la guerra Gruppo Mission Cisl Gruppo Bosnia dell’Azione Cattolica Casa del popolo Azione Cattolica Anolf |
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