Quaderni della descrescita

Esce il terzo numero dei QUADERNI DELLA DECRESCITA con il tema centrale di nuovo della guerra e come uscirne. Tanti saggi che affrontano tematiche fondamentali per comprendere il mondo di oggi, affidandoci ai/lle maggiori esperti/e italiani/e, per offrire approcci disciplinari diversi: filosofici, giuridici, economici ecc. - TESTO INTEGRALE
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Quaderni della descrescita

(Fonte: quadernidelladecrescita.it)

quaderni della descrescita
Perche' una rivista italiana dedicata alla decrescita?

Il progetto di una società della decrescita ambisce ad abbracciare tutte le teorie e le pratiche di fuoriuscita dai paradigmi dell’Antropocene che hanno creato le crisi ecologiche, sociali e di civiltà che stiamo vivendo. La posta in gioco è grande. La sfida alla centralità della crescita è in continuo sviluppo sia in ambito accademico – grazie ad un filone di ricerca sulla decrescita sempre più interdisciplinare – sia nella società. Questa rivista intende diventare uno spazio di ascolto e di confronto aperto e fattuale a disposizione dei soggetti del cambiamento: obiettori della crescita, eco-pacifisti, attivisti nonviolenti, uomini e donne di buona volontà.

L’impostazione

Le crisi sindemiche del sistema mondo globalizzato richiedono soluzioni radicali, oltre che urgenti. Su tutti i versanti. Senza le quali è facile prevedere che la crisi ecologica finirà in catastrofi, la crisi economica in collassi socio-politici, le crisi geopolitiche in stato di guerra permanente e senza confini.

Vorremmo sbagliare diagnosi, ma, con ogni evidenza, da 50 anni tutti gli indicatori volgono al peggio. Non è affatto esagerato chiamare biocidio l’estinzione di massa delle specie viventi, ecocidio la distruzione degli habitat e dei cicli biogeofisici capaci di rigenerare la vita, genocidio il respingimento nella miseria delle popolazioni più emarginate del pianeta.

Far cambiare rotta ad un pesante convoglio – per di più rimasto senza carburante – non è impresa facile. Non basta nemmeno cambiare i timonieri. Prima di tutto serve una nuova cartografia mentale. Bisogna sapere almeno in quale direzione occorre mettersi in viaggio. E per questo occorre ampliare lo sguardo.

Quasi vent’anni fa Fredric Jameson coglieva il segno quando commentava che «oggi per noi appare più facile immaginare il deterioramento in corso della terra e della natura che il crollo del tardo capitalismo» e osservava che questa difficoltà forse era dovuta a qualche debolezza nella nostra capacità di immaginazione.

Concordiamo con Vandana Shiva, d’altra parte, quando sottolinea come «la principale minaccia alla diversità deriva dall’abitudine a pensare in termini di monocolture, quelle che io chiamo “monocolture della mente”. Le monocolture della mente cancellano la percezione della diversità e insieme la diversità stessa. La scomparsa della diversità fa scomparire le alternative e crea la sindrome della “mancanza di alternative”».

A noi sembra che l’idea di una società della decrescita possa fornire un punto di riferimento teorico e pratico, utile ad una azione di superamento del sistema socioeconomico e ideologico dominante. Ma occorre far incontrare e dialogare questa prospettiva con altre parole, linguaggi e visioni che possono venire da esperienze di donne e uomini di ogni parte del mondo, per aiutarci ad arricchire di significati, valori e passioni il nostro cammino. La posta in gioco è grande. Come diceva Castoriadis «occorre una nuova creazione immaginaria di proporzioni senza eguali nel passato». È chiaro, infatti, che per disporsi a cambiare e rinunciare alle mortifere comodità e sicurezze a cui ci siamo abituati, occorre che la fiducia in una possibilità di vita più umana e più degna si mostri più forte delle sirene del consumismo e anche dell’angoscia dell’ignoto. Vogliamo impegnarci dunque, con tutte le nostre forze, a nutrire e a tener vivo con idee, storie e visioni questo sentimento di fiducia...


IL NUOVO NUMERO

COPERTINA

ORIZZONTI

OLTRE LA CRESCITA

  • Decrescita e stato stazionario: forte alleanza o conflitto
    di Giandomenico Scarpelli

    L’economia in stato stazionario (ESS) è stata proposta da Herman Daly già negli anni ’70 del ‘900 per fermare la crescita diventata ormai nociva per l’ambiente e per la società dei paesi industrializzati. Secondo alcuni l’ESS dovrebbe essere realizzata alla...

  • I diritti della natura e i suoi nemici
    di Michele Carducci

    L’articolo affronta il tema dei diritti della natura, così come emerso dall’esperienza giuridica degli ultimi quindici anni. Il bilancio non appare del tutto positivo, in quanto il riconoscimento di questi diritti procede per approssimazioni molto frammentate e non sempre efficaci,...

  • L’insostenibile pesantezza della moda
    di Deborah Lucchetti

    La moda è considerata uno dei settori più inquinanti al mondo e più a rischio per violazioni dei diritti umani. Milioni di lavoratrici nelle catene di fornitura globali confezionano miliardi di capi e paia di scarpe ogni anno per salari...

  • La governance algoritmica del capitalismo computazionale. Una prospettiva critica
    di Alvise Marin

    La rivoluzione tecnologica del digitale e più ancora i suoi ultimi prodotti sociotecnici, quali social network, big data, realtà aumentata, algoritmi e intelligenza artificiale, in particolar modo quella generativa conversazionale come ChatGPT, è arrivata a costruire un esoscheletro digitale, il...

  • Sentieri per uscire dalla morsa del denaro. Le diverse forme di moneta e di crediti mutuali
    di Redazione

    C’è spazio per il denaro in una società della decrescita, del dono, della reciprocità? Quali le alternative e le condizioni per poterne fare a meno? Quali le sperimentazioni a cui guardare?   

MONOGRAFIA

  • Una riflessione laica su guerra, giustizia e disarmo ecologico
    di Marco Deriu

    Nel secondo dopoguerra lo sviluppo e la crescita sono stati considerati non solo dagli economisti ma anche dai politologi un mezzo privilegiato per costruire un futuro di benessere e di pace. I riflessi di questo modo di pensare si possono...

  • Crescita insostenibile, distruzione dell’ambiente, scarsità e guerre
    di Gianni Tamino

    La crisi bellica è solo una delle tante facce della crisi generale causata da un sistema produttivo lineare, fondato su un paradigma meccanicista e riduzionista che non tiene conto dei limiti imposti dalle caratteristiche del nostro Pianeta. Un sistema produttivo...

  • “La guerra non ha nessun vincitore”. Un confronto tra rifugiati e pacifisti
    di Chiara Marchetti, da una conversazione con Ahmed, Anastasia, Danilo, Emilio, Issa, Khalid, Mohamed, Rima, Rosi, Zirak

    La conversazione tra un gruppo di rifugiati di diverse provenienze (Burkina Faso, Kurdistan iracheno, Siria, Somalia, Sudan, Ucraina) e alcuni attivi rappresentanti del paci- fismo traccia un percorso di identificazione reciproca che supera le latitudini, prende linfa dalle storie individuali,...

  • Cambiamento climatico e inquinamento ambientale: le responsabilità delle guerre e del settore degli armamenti
    di Antonella Litta

    Le attività militari e il settore industriale degli armamenti, anche in assenza di guerra, contribuiscono in maniera rilevante al cambiamento climatico, inquinano l’ambiente e lo spazio, e hanno una pesante impronta ecologica. Conoscere sempre meglio anche queste strette relazioni è...

  • Danni di guerra: il debito ambientale provocato dai conflitti armati
    di Silvana Galassi

    Nel XXI secolo, le guerre per l’accaparramento delle risorse, divenute più scarse anche a causa dei cambiamenti climatici, si combattono prevalentemente attraverso il land and water grabbing, l’estrattivismo e le speculazioni commerciali e finanziarie, modalità che scandalizzano l’opinione pubblica molto...

  • Guerra all’habitat. Le emissioni climalteranti delle attività belliche
    di Pino Ippolito Armino

    L’innalzamento dei livelli di anidride carbonica e di altri gas serra nell’atmosfera – dovuto principalmente alla combustione di fossili, alla deforestazione e al crescente consumo di suolo – è causa riconosciuta del riscaldamento globale ed è a sua volta l’esito...

  • Donne che disarmano Perché la nonviolenza riguarda il femminismo
    di Monica Lanfranco

    Nell’ambito della critica della globalizzazione neoliberista, il movimento (eco)fem- minista si è distinto per la capacità di intrecciare su diversi piani la critica delle diverse for – me di violenza, non solo quella bellica, ma la violenza sessuale, il sessismo...

  • Contro la guerra una presa di coscienza prima di tutto maschile
    di Alberto Leiss

    Gli orrori si susseguono di giorno in giorno. Migliaia, decine di migliaia di gio- vani maschi russi e ucraini si uccidono sul fronte aperto “nel cuore dell’Europa”. Mentre in Palestina alla violenza di Hamas sulle donne e gli uomini nelle...

  • Gli uomini tra seduzione della guerra e rischio della pace
    di Stefano Ciccone

    La crescente assuefazione alla guerra ha le sue radici in trent’anni di campagne narrate come guerre giuste, umanitarie, preventive e necessarie. Diventando via via più tec- nologica la guerra ha teso a rimuovere i corpi dalla scena, o a considerarli...

  • Coltivare la pace. Chi e come
    di Marinella Correggia

    Che fare? È l’eterna e attuale domanda al tempo eterno e attuale delle trincee fangose, degli assedi assetanti a milioni di civili, degli scontri manu militari intra-nazionali e internazionali, del terrorismo alla Daesh frutto delle guerre Nato-Golfo, della nuova «strategia...

  • La nonviolenza è la forza delle relazioni autentiche
    di Alfonso Navarra

    La guerra combattuta dall’Ucraina ha riportato in auge i valori presunti virili dell’eroismo bellico, visti come suprema manifestazione del sacro dovere di difendere la Patria e il diritto internazionale. La nonviolenza efficace è, nella visione dello scrivente, il cammino alternativo...

  • Tutte le guerre riguardano tutti. Una testimonianza dall’Ucraina
    di Alberto Capannini

    Una testimonianza dall’Ucraina di un volontario dell’Operazione Colomba. Un’amara riflessione sulla lontananza e sulla sterilità delle istituzioni internazionali, e, al contempo, sull’importanza di testimoniare la pace dal basso, restando vicino a chi vive in mezzo alla guerra, tentando di accorciare...

  • Iraq: un progetto partecipato di ricostruzione di una scuola a Mosul
    di Giovanna Pavesi

    Il personale di ARCò, cooperativa fondata da un gruppo di ingegneri e architetti, da tempo impegnati in progetti umanitari, nel 2020 ha vinto un bando per la costruzione di una scuola a Mosul in Iraq. Alessio Battistella, presidente di ARCò...

  • Allentare la morsa del volere avere ragione
    di Roberto Mander

    Per favorire la pace è fondamentale provare a cambiare il modo di pensare e di rap- portarsi al conflitto. È bene ribadire che certamente il conflitto dis-turba ma non è sinonimo di violenza e guerra. E la pace non è...

  • Scuola bene comune: ripensare l’educazione alla pace ripensando la scuola
    di Aluisi Tosolini

    Cosa significa educare alla pace in tempo di guerra? Che ruolo ha la scuola nella costruzione della pace? L’articolo, dopo aver descritto la cornice dei più rilevanti documen- ti delle istituzioni internazionali sulle sfide attuali dell’educazione, analizza l’esperienza e l’azione...

  • Erasmo e la follia della crescita
    di Rocco Altieri

    Tra i precursori del pensiero della decrescita si può considerare anche Erasmo. Fu infatti il primo a vedere gli esiti devastanti della “follia” non solo in termini etici e religiosi, ma anche economici e politici, nel momento stesso in cui...

  • La pace in Raimon Panikkar: armonia dell’essere, pluralismo e disarmo culturale
    di Maria Elena Bertoli

    Raimon Panikkar è considerato da Serge Latouche un autore che più di altri è ri- uscito a prefigurare l’uscita dalla società del tecnomercato grazie alla sua profonda visione della pace come armonia di fondo della realtà, attingibile attraverso un atteggiamento...

  • L’eredità di Tiziano Terzani contro la guerra a 20 anni dalla morte
    di Gloria Germani

    Tiziano Terzani è stato non solo un grande giornalista di fama internazionale, ma anche un intellettuale e un ricercatore che ha attraversato controcorrente le vicende più importanti dell’ultimo secolo: dalle guerre, alle rivoluzioni, al crollo del comunismo, alla globalizzazione, al...

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