Nuove morti nel Mediterraneo. La tragedia che doveva essere evitata.

Oltre sessanta morti tra cui diversi bambini: è il drammatico bilancio dell'ennesimo naufragio avvenuto a poca distanza dalle coste italiane. Quella di oggi non è una tragedia ma il risultato di scelte politiche. - La RASSEGNA STAMPA
In Italia

Nuove morti nel Mediterraneo. La tragedia che doveva essere evitata.

Naufragio Fatto Quotidiano

Crotone, barca carica di migranti si spezza davanti alla costa: 59 morti, anche bambini. Era stata individuata ieri da un aereo Frontex

Erano icirca 180 i migranti (ma alcuni sopravvissuti parlano di 200-250 persone) ammassati sul vecchio peschereccio. È stata una telefonata giunta verso le 4 al reparto operativo aeronavale della Guardia di finanzia di Vibo Valentia a fare scattare l’allarme. L'arcivescovo: "Il reiterarsi di questi episodi rischia di farli diventare, terribilmente, un’abitudine"

da ilFattoQuotidiano.it | 26 FEBBRAIO 2023



(Fonte: ciaconlus.org)

"Come Ciac proviamo una profonda vergogna per l'indifferenza di chi ci governa.

Condividiamo in pieno la presa di posizione di Monsignor Perego, presidente della fondazione Migrantes che ha chiesto un'immediata attivazione di una operazione europea Mare nostrum: "Le risorse vanno investite nella tutela della vita, nell’accompagnamento delle persone non in muri o campi disumani".

Mentre i rami del Parlamento approvano un urgente e straordinario decreto per regolare i flussi migratori, che di urgente e straordinario ha solo l’ennesima operazione ideologica, indebolendo in realtà le azioni di salvataggio in mare delle navi ONG, un barcone spezzato dalla burrasca della notte, che portava almeno 150 migranti, si è inabissato nel Mediterraneo, al largo delle coste calabre crotonesi. Sono 33 (fino al questo momento) i morti accertati, tra cui un neonato, almeno 100 i dispersi, che vanno ad aumentare le migliaia di morti e di tombe anonime nel cimitero del Mediterraneo.

Un nuovo drammatico segnale sulla disperazione di chi si mette in fuga da situazioni disumane di sfruttamento, violenza, miseria e di chi è indifferente politicamente a questo dramma. Un nuovo drammatico segnale che indebolisce la Democrazia, perché indebolisce la tutela dei diritti umani: dal diritto alla vita al diritto di migrare, al diritto di protezione internazionale.

Mentre queste morti non possono che generare vergogna, chiedono un impegno europeo per un’operazione Mare nostrum, che metta strettamente in collaborazione le istituzioni europee, i Paesi europei, la società civile europea rappresentata dalle ONG. La collaborazione con i Paesi del Nord Africa non può limitarsi a interessi energetici o a sostegni per impedire i viaggi della speranza, ma deve portare a un canale umanitario permanente e controllato nel Mediterraneo verso l’Europa. Chi arrivando in Europa avrà diritto a una protezione vedrà salvaguardato tale diritto; chi non ne avrà diritto sarà rimpatriato.

È chiaro che questo esame, solo nella terra europea, dovrà essere agile, organizzato, alla presenza di diverse figure – dai mediatori, dalle forze di polizia, dagli operatori internazionali, da osservatori dell’UNHCR, da operatori sociali ... - perché il minore non accompagnato sia tutelato come la vittima di tratta, o chi viene da una drammatica situazione sanitaria o da una guerra o disastro ambientale. Le risorse vanno investite nella tutela della vita, nell’accompagnamento delle persone non in muri o campi disumani.

La vita e il futuro dell’Europa dipendono da come si accoglie, tutela, promuove e integra le persone in cammino.


Mons. Gian Carlo Perego

Arcivescovo di Ferrara-Comacchio Presidente Cemi e Fondazione Migrantes

Naufragio Mediterraneo

Non è l'arena La7

“Una tragedia cosI' deve essere evitata. Invece si E' voluta"

A dirlo, dopo il naufragio che ha provocato la morte di decine di migranti, è stato un medico-soccorritore ed ex dirigente della polizia di Stato, Orlando Amodeo.

da ciaconlus.org | 28 FEBBRAIO 2023


EVENTO:

Parma scende in piazza per dire ‘Basta morti in mare’

Chiediamo a tutte e tutti di manifestare al fianco di CIAC. Per dire basta con i morti in mare e con l’ipocrisia mortifera del “fermare le partenze”. Per pretendere di accertare le responsabilità politiche e operative sui soccorsi mancati. Per chiedere un deciso cambio di rotta non solo nelle politiche di salvataggio ma nell’intero approccio alle migrazioni e all’asilo.

Locandina
Il naufragio avvenuto a largo di Crotone non è una tragedia, ma il risultato di scelte politiche scellerate, irresponsabili e inaccettabili che ricadono drammaticamente sulla vita delle persone. Come Ciac proviamo una rabbia e vergogna per l'indifferenza di chi ci governa. Chiediamo a tutte e tutti di manifestare insieme a noi sabato 4 marzo alle 11.30 in piazza Garibaldi a Parma. Per chiedere le dimissioni immediate del ministro Piantedosi. Per dire basta con i morti in mare e con l’ipocrisia mortifera del “fermare le partenze”. Per pretendere di accertare le responsabilità politiche e operative sui soccorsi mancati. Per chiedere un deciso cambio di rotta non solo nelle politiche di salvataggio ma nell’intero approccio alle migrazioni e all’asilo. Per rivendicare la libertà di movimento e il diritto alla vita.

Non è più possibile accettare tutto questo. Non vogliamo più sentire un ministro che trasforma le vittime in colpevoli o la presidente Meloni che ripete la litania che la soluzione è “impedire alle persone di partire”. Tutti sappiamo che questo significa condannare a morte chi scappa da guerre e persecuzioni: chi migra su un barcone, dalla Turchia come dalla Libia, lo fa perché non ha altra possibilità. Mettersi in mare è l’unica alternativa possibile ad essere lapidati, impiccati, arruolati nelle milizie delle tante guerre in corso. È l’assenza di canali sicuri, legali per migrare a provocare morte, sofferenze indicibili e anche purtroppo l’industria del traffico degli esseri umani.

Nella morte di quelle persone, così come nelle migliaia che perdono la vita ogni anno in tutte le rotte migratorie, c’è una enorme responsabilità politica dell’Italia e dell’Europa. Scelte che si giocano sulla pelle delle persone: dai respingimenti ai confini, ai nuovi muri della fortezza Europa, dalla colpevole omissione di soccorso di sabato scorso, passando per la mancanza di vie legali, sino agli accordi criminali con Turchia e Libia, alla criminalizzazione di chi in mare ha sempre e solo soccorso.

Occorre oggi, perché questa lunga scia di morti abbia fine, accertare le responsabilità – quelle politiche sono chiarissime – del mancato soccorso alla barca. Il Governo deve dare risposte chiare e assumersi la responsabilità della propria politica. Per raggiungere questo obiettivo anche Parma deve far sentire la propria voce con forza: per questo invitiamo tutte e tutti a manifestare. Sarà il primo passo, anche in attesa di una manifestazione nazionale che si sta organizzando per i prossimi giorni.

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