Le nostre iniziative
Le Donne in Nero si presentano: Pacifiste, femministe e non violente
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Un incontro fecondo fu l'incontro fra Din e femminismo. Le Din ridefinirono la tradizionale percezione della femminilità e della lotta politica. Presentavano un differente, seppur non evidente sistema simbolico: il linguaggio del corpo, il colore nero, la costante presenza nel tempo e nello spazio, il silenzio. L'uso del corpo per protestare ha il duplice significato sia militare che sessuale: in ebraico la parola occupazione significa Occupazione israeliana dei territori palestinesi e occupazione del corpo delle donne. Il nero, in alcune culture, significa Lutto e l’atto femminista di vestirsi in nero trasforma il tradizionale lutto passivo delle donne in un potente rifiuto della logica della guerra. Il silenzio è l'alto urlo silenzioso che da voce a chi non ha voce.
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Il movimento si è poi diffuso spontaneamente di paese in paese, in ogni posto dove le donne volevano dichiararsi contrarie all'ingiustizia e alla violenza: dal Canada, agli USA, all’Europa e anche all’Italia. In Italia le DIn sono state particolarmente attive durante la prima e la seconda guerra del Golfo e durante la guerra dei Balcani: le Donne in nero di Belgrado furono (e sono) un esempio importantissimo di cooperazione interetnica. Esempio e stimolo per le donne di tutto il mondo.
Allora anche a Parma, a Reggio Emilia e in tutta Italia si è sviluppato un importante movimento di donne. Siamo state attive, vigili, presenti. Abbiamo partecipato attivamente al movimento pacifista accogliendo disertori e dando voce a chi era contro la guerra. Poi, come succede spesso ai movimenti, ci siamo disperse. Ora siamo tornate e davanti all'assassina tracotanza di Israele, davanti alle tragedie dell'Afghanistan, davanti alle ferite del Sud America e della Birmania, davanti alla tragedia dei migranti ai confini d'Europa, il nostro urlo silenzioso è più forte di prima.
Ora abbiamo ricominciato, rinnovate con l'adesione di altre donne - abbiamo riempito la piazza con la nostra silenziosa presenza. Abbiamo fatto parlare per noi i cartelli e le immagini che ci siamo appese al collo e i volantini distribuiti ai passanti. Abbiamo intenzione di continuare a testimoniare nelle piazze di Parma l'importanza di tenere viva l’attenzione su tutte le situazioni di conflitto e di guerra per rifiutare la logica delle armi e del nazionalismo.
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(Racconto: "Le "donne in nero" di Parma", pubblicato in "dalla parte del torto", inverno 2021-2022, anno XXIV, numero 95)