Disarmo
Economia a mano armata 2024. Spesa militare e industria delle armi in Europa e in Italia
Economia a mano armata 2024
Spesa militare e industria delle armi
in Europa e in Italia
sbilibri 30 | www. sbilanciamoci.info/ebook | aprile 2024
GREENPEACE
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(Fonte: sbilanciamoci.info)
Fermiamo la nostra corsa alle armi
La fonte dell’instabilità recente è chiara. Il piccolo gruppo di nazioni composto da America, Canada, Europa, Australia e Giappone, minuta minoranza dell’umanità, disponeva fino a ieri di una gigantesca supremazia economica ereditata dal colonialismo, che dalla fine della guerra fredda ha permesso un controllo politico pressoché completo del pianeta. Il diffondersi della prosperità nel mondo sta modificando radicalmente la situazione, lasciando a questo piccolo gruppo ormai praticamente la sola supremazia militare. Il mondo sta cercando di adattarsi a questa nuova geografia economica. Se sarà in grado di farlo in maniera pacifica o violenta, è la questione che deciderà la storia di questo secolo.
Su questo scenario pericoloso si sovrappone l’immensa e scellerata pressione esercitata dai fabbricanti di armi di tutto il mondo. Gli smisurati proventi dell’industria militare generano un potere che spinge all’incremento degli armamenti e al loro uso, per il solo motivo che qualcuno ci guadagna. È celebre la denuncia di questo stato di cose fatta dallo stesso presidente americano Eisenhower, che ben conosceva il sistema dall’interno. In Italia, un personaggio che ha giocato un ruolo centrale per la potente industria militare italiana è ora ministro della difesa. Il sito web del ministero della Difesa ora menziona fra le sue priorità quella di aumentare, per lucro, la vendita di armi. Le decisioni strategiche di armamento del nostro paese possono essere influenzate dai fabbricanti di armi. La vita e la morte delle persone, la guerra e la pace, dipendono dagli interessi economici di questo o di quello.
Quello di cui il pianeta ha bisogno oggi sono teste fredde, capaci di pensare globalmente, di pensare all’interesse comune, ai pericoli comuni, di calmare il gioco che si sta facendo sempre più pericoloso per tutti. Servono leader ragionevoli capaci di cercare soluzioni pacifiche agli inevitabili conflitti di potere. La maggior responsabilità è sulle spalle dell’Occidente, che deve decidere se accettare serenamente la rinegoziazione dell’equilibrio del potere globale, resa inevitabile dalla diffusione della prosperità nel mondo, o rimanere arroccato alla sua attuale posizione di pre- dominio. Deve decidere se accettare un pianeta più democratico a livello globale o continuare ad arrogarsi esplicitamente, come ora, una rapace leadership mondiale.
L’Europa, al momento molto spersa, potrebbe giocare un ruolo importante nel calmare le acque. L’Italia, in tutto ciò, è in prima linea. Mentre altri paesi europei come Austria, Irlanda, Spagna, cercano posizioni di neutralità o equilibrio, e invocano la calma, l’Italia è totalmente allineata ai più bellicosi. È uno dei principali produttori di armi al mondo e uno dei principali fornitori di armi ad Israele. Ha preso il comando delle operazioni militari europee contro lo Yemen, non autorizzate dalle Nazioni Unite, in palese violazione del diritto internazionale. È complice di ripetute violazioni della legalità internazionale in questa guerra e in diverse altre precedenti, non autorizzate dalle Nazioni Unite, in cui ha partecipato. Ma soprattutto, è in prima linea nella forsennata corsa agli armamenti che ci sta spingendo verso l’abisso.
L’Italia ha nel suo DNA culturale e politico una profonda avversione alla guerra, rinforzata nel secolo scorso dalla chiara consapevolezza del disastro generato dall’esaltazione della guerra e dalla glorificazione delle armi che hanno caratterizzato il ventennio di Mussolini. Esiste un’Italia vasta che desidera un mondo più pacifico, ma che al momento non trova un riferimento politico da sostenere, se non nelle parole del Papa. Esiste un’Italia consapevole che non vuole la corsa agli armamenti che ci sta portando alla catastrofe. Questo libro è uno strumento per questa Italia. Dati, riflessioni, idee per cercare di fermare questa corsa verso l’ennesima follia dell’umanità."