Disarmo
Disarm Europe
(Fonte: Fondazione PerugiAssisi)
Dobbiamo ricostruire un’Europa di pace
Non basta dire “Europa, Europa…” per evitare l’inferno
“Dobbiamo recuperare lo spirito di Ventotene e lo slancio pionieristico dei Padri Fondatori, che seppero mettere da parte le ostilità della guerra, porre fine ai guasti del nazionalismo dandoci un progetto capace di coniugare pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza.” Discorso di insediamento del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli (Strasburgo, 3 luglio 2019)
Cosa possiamo fare per salvare l’Unione Europea? Per promuovere l’Unione “politica”? Per colmare il gap esistente tra le ambizioni e la realtà?
Partiamo dal presupposto che siamo tutti d’accordo sul fatto che c’è bisogno di più Europa, soprattutto di più Europa “politica”. In molti lo stiamo ripetendo da diversi lustri, quanto meno dalla caduta del Muro di Berlino e dalla fine dell’era bipolare.
Il punto è: quale Europa “politica” vogliamo?
L’Europa che rilancia una folle corsa al riarmo o l’Europa che avvia un negoziato globale per la pace e la giustizia sociale internazionale?
L’Europa sonnambula che cammina verso il precipizio trascinando con sé le popolazioni che dovrebbe servire o l’Europa determinata “a salvare le future generazioni dal flagello della guerra e a riaffermare la fede nei diritti fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana”?
L’Europa che lascia impuniti i crimini più atroci, quali i crimini di guerra e contro l’umanità o l’Europa che fa della giustizia penale internazionale una delle sue priorità?
L’Europa dei doppi standards – si alle sanzioni contro la Russia, no alle sanzioni contro Israele, si al mandato d’arresto internazionale contro Putin, no al mandato d’arresto internazionale contro Netanyahu – o l’Europa della legge uguale per tutti?
L’Europa che fa prevalere le criminali politiche neoliberiste sulla giustizia sociale, climatica e di genere o l’Europa che vuole dare piena attuazione agli obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030 come previsto dall’Agenda delle Nazioni Unite?
L’Europa che alimenta la tumultuosa crescita dei partiti di estrema destra, cova nel suo seno i nazionalismi e costruisce muri ai suoi confini esterni, o l’Europa dei diritti fondamentali, dello stato sociale, della solidarietà, dell’accoglienza, dell’inclusione? E ancora.
L’Europa intergovernativa dell’unanimità e dei veti o l’Europa sopranazionale della maggioranza qualificata con un ruolo centrale del Parlamento europeo e del Comitato europeo delle Regioni e con un dialogo strutturato con le organizzazioni della società civile?
Quali sono i valori dell'Unione Europea? L'individuazione dei valori è fondamentale perché consente di capire le ragioni profonde che stanno alla radice del processo di integrazione sopranazionale europeo. Il prof. Antonio Papisca scriveva: “Il problema dei valori è il problema del perché dell'UE, della sua identità: l'Europa unita eventualmente si, ma à quoi faire?"
Qual è l’identità dell’Europa? Quella di difendere i rispettivi confini nazionali per evitare che le persone che cercano di fuggire dalle guerre e dalla fame possano arrivare da noi, o quella di spegnere gli incendi lavorando per la pace e il rispetto di tutti i diritti umani per tutti?
L’UE è sempre stata un attore civile (economico, commerciale, culturale). Un attore di soft power, a sostegno del diritto internazionale dei diritti umani, della diplomazia preventiva e del multilateralismo efficace, anche di fronte a minacce globali quali terrorismo, conflitti regionali, proliferazione di armi di distruzione di massa.
Per diventare un attore di hard power ci vogliono unità, visione, strategia, leadership, tutte caratteristiche che mancano all’UE. Ma soprattutto ci vogliono soldi, tanti soldi, che non ci sono o che bisogna togliere alla cura delle persone, della loro dignità e dei loro diritti fondamentali.
Oggi, l’UE è divisa. E’ divisa sulla politica estera, sulla politica di difesa, sullo sviluppo di una politica industriale in materia di armamenti, sulla politica di asilo e immigrazione, sulla politica della cittadinanza, sulla politica fiscale, sul green deal, ….
Ma non può esistere una politica comune di difesa senza una politica estera comune, senza una visione strategica di lungo periodo. Per esempio: quali saranno i rapporti dell’UE con la Russia quando la guerra sarà finita? Saranno rapporti fondati sul dialogo e la cooperazione o sulla deterrenza e il riarmo? La mancanza di una visione e di una volontà unitaria rimane dunque il problema centrale dell’UE.
* * *
Il futuro della pace e della sicurezza dell’Europa non può essere affidato alla follia di governanti che alimentano le guerre e una nuova spaventosa corsa al riarmo. Oggi c’è bisogno di una nuova Conferenza di Helsinki che, come nel 1975, riunisca tutti gli Stati del nostro continente e dia nuovo avvio alla costruzione in Europa di un sistema di sicurezza comune, dall’Atlantico agli Urali, basato sul disarmo, i diritti umani, il diritto all’autodeterminazione dei popoli e i diritti delle minoranze.
L’Europa deve ricominciare a lavorare per la pace, con coraggio, lungimiranza e creatività. Come fecero i Padri fondatori dell’Europa che, sulle macerie di due guerre mondiali, in un tempo di grandi sofferenze e divisioni, “osarono trasformare i modelli che provocavano soltanto violenza e distruzione”. Grazie a questo sforzo straordinario, l’Europa è stata un originale progetto e un grande esperimento di pace. Nessuno può permettersi di cancellare quella che è la prima ragion d’essere dell’Europa.
L'Europa che vogliamo ripudia la guerra, è fondata sulla pace e sui diritti umani, sulla dignità umana e sui diritti che le ineriscono, sui valori indivisibili e universali della libertà, della democrazia, dell'eguaglianza, della giustizia e della solidarietà.
L’Europa che vogliamo è aperta, democratica, solidale e nonviolenta. E’ l’Europa della convivialità e dell’interculturalità; un’Europa che è accoglienza di popoli, di lingue, di culture, di identità e di storie diverse; un’Europa che rifiuta il razzismo e la discriminazione in tutte le sue forme; che riconosce e rispetta i diritti dei migranti e il diritto d’asilo ai profughi e rifugiati in fuga dalla guerra, dalla violenza e dalla fame.
Abbiamo bisogno urgente di un’Europa di pace:
- decisa a riaffermare sé stessa come soggetto politico di pace, democratico e indipendente;
- determinata a costruire un ordine mondiale più giusto, pacifico e democratico centrato sulle Nazioni Unite e sul diritto internazionale dei diritti umani, sulla solidarietà e la cooperazione internazionale;
- decisa a contrastare la corsa al riarmo, a promuovere il disarmo e a combattere la fame, la sete, le malattie e la povertà promuovendo un’economia di pace e giustizia;
- impegnata a ridefinire coerentemente i suoi rapporti di amicizia e cooperazione con tutti i popoli e i paesi, a partire dai suoi vicini, con il mondo arabo e con il resto del mondo.
Abbiamo bisogno di un’Europa che sappia agire non in base alla legge della forza ma con la forza della legge. In questa prospettiva, l’Onu, istituzione multilaterale per antonomasia, è indispensabile per gestire l’ordine mondiale nel rispetto di “tutti i diritti umani per tutti” e per costruire un’economia di giustizia. C’è bisogno di una istituzione mondiale in cui tutti gli stati, grandi e piccoli, siano rappresentati e tutti i popoli, anche i più lontani e diseredati, possano far sentire la loro voce. Se l’UE è sincera nel proclamare oggi la centralità delle Nazioni Unite, occorre senza indugio che persegua il duplice obiettivo del potenziamento e della democratizzazione della massima organizzazione mondiale.
La via giuridica e istituzionale alla pace, con al centro l’architettura multilaterale e il diritto internazionale dei diritti umani generato all’indomani della Seconda guerra mondiale, è la bussola che l’Unione Europea deve seguire se vuole continuare ad esistere.
Marco Mascia, Presidente Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” – Università di Padova
Flavio Lotti, Presidente Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace
3 marzo 2025

Von der Leyen presenta piano per riarmare l'Europa: "Dobbiamo difenderci"
Ecco il 'Rearm Europe', cinque punti per aumentare massicciamente la spesa per la difesa. "Viviamo in tempi molto pericolosi", ha detto la presidente della Commissione europea
di Redazione Adnkronos | 04 marzo 2025 | 10.18
SABATO 15 MARZO SI E' INDETTA UNA PIAZZA PER L'EUROPA
MA QUALE EUROPA?
EMERGENCY![]() "IL 15 MARZO EMERGENCY NON SARA’ IN PIAZZA EMERGENCY non parteciperà alla manifestazione del 15 marzo a Roma. Condividiamo la necessità di restare uniti in questo momento di gravissima crisi internazionale, ma serve dire con chiarezza qual è l’idea intorno a cui vogliamo ritrovarci insieme. In questo momento la Commissione con la maggioranza dei governi europei ha deciso di affrontare il cambiamento epocale che ha di fronte con un riarmo massiccio per 800 miliardi di euro, attingendo anche a fondi destinati alla coesione sociale. È l’ultimo atto di anni di politiche che hanno sconfessato una dopo l’altra le ragioni su cui l’Europa è stata fondata: il precipitoso e reiterato invio di armi all’Ucraina invece di attuare un vero sforzo diplomatico; le politiche di respingimento dei migranti, anche quando questo significhi mettere a rischio la loro stessa vita; il silenzio ingiustificabile di fronte alle ripetute violazioni del diritto internazionale nella Striscia Gaza e in Cisgiordania. EMERGENCY ha a che fare quotidianamente con le conseguenze di queste scelte. Siamo convinti che – se vuole rappresentare una vera alternativa nel contesto internazionale – l’Europa debba cambiare profondamente: investendo sulla diplomazia, sugli organismi internazionali, sul welfare, sulla praticabilità dei diritti. Solo in questo modo può diventare effettivamente quello ‘spazio privilegiato della speranza umana’ evocato nel preambolo dell’incompiuta Costituzione europea del 2005 e tenere fede alle responsabilità del Premio Nobel per la pace che le è stato attribuito. In assenza di una piattaforma chiara che esprima per quale idea di Europa è convocata questa manifestazione – quella del riarmo o quella della diplomazia e dei diritti – per noi rimane impossibile aderire, anche se in quella piazza ci saranno persone che stimiamo e rispettiamo e con le quali intendiamo camminare ancora insieme. |
FONDAZIONE PERUGIASSISI![]() "Contro la guerra e la corsa al riarmo, sabato 15 marzo abbiamo portato a Roma, nella piazza per l’Europa, la bandiera di Aldo Capitini, la bandiera della PerugiAssisi, la bandiera della pace e del disarmo, la bandiera della nonviolenza. Ed è stata un’altra occasione per dire “Disarm Europe!” L’Europa che vogliamo è un’Europa di pace, un’Europa che deve ricominciare a lavorare per la pace, che deve fare ogni sforzo per fermare le guerre. Non per alimentarle. Senza usare due pesi e due misure. In Ucraina come a Gaza. Per ore e ore hanno tentato in tutti i modi di farci chiudere la bandiera della PerugiAssisi ma non sono riusciti ad impedirci di dire che “La bandiera dell’Europa e la bandiera della pace camminano insieme”. Ci hanno escluso dal palco ma non ci potranno impedire di continuare ad impegnarci per la pace, contro il mostro della guerra e i piani di chi ci sta trascinando nel suo vortice, rendendoci ogni giorno più poveri e vulnerabili. La lotta per la pace è la lotta per il futuro..." ![]() |

Una manifestazione per questa Europa? Noi non ci saremo
Ci siamo sempre battuti per l’Europa. Per un’Europa di pace, di diritti, di democrazia. Abbiamo creduto nell’Unione Europea come il più grande progetto di riconciliazione della storia contemporanea, nato dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale per garantire che nessuna guerra fratricida insanguinasse mai più il nostro continente. Ma l’Europa che oggi si vuole portare in piazza non è più quell’Europa.
di Peacelink | 3 MARZO 2025

Che fare? Salvare l’Europa, riparare il mondo. Un appello
Guerra, riarmo e entusiasmo per il massacro non possono essere la risposta europea alla crisi dei rapporti con Washington, che venga da Londra, da Parigi o da Kiev. Ciò considerato, ricade sui cittadini europei, e in ogni caso sui cittadini italiani, il compito di cercare le strade della pace e di proporre specifiche politiche capaci di aprire alla speranza e all’alternativa di un mondo diverso.
Appello di “Comitati Dossetti per la Costituzione”, “Prima Loro”, “Chiesa di tutti Chiesa dei poveri”, Raniero La Valle,... | 6 MARZO 2025

Europa di pace per tutti i popoli
NO all’Europa sepolta sotto le armi e i debiti di un’economia di guerra. NO alla folle corsa dell’Europa della guerra e di chi da europeista si fa tout-court interventista. SI all’Europa della pace e della sicurezza per tutti i popoli. SI all’Europa chiamata in vita a Ventotene dai padri fondatori nell’infuriare dei massacri e dei nazionalismi del Secolo breve.
Appello firmato anche da Rete regionale Pace e Nonviolenza Emilia Romagna | 7 MARZO 2025