Il coraggio della pace: 26 anni di resistenza nonviolenta

Un' incontro con la Comunità di pace San Josè Apartadò (Colombia), interno al Festival della Pace 2025, proposto da Jambo CEeS - Fidenza, Colombia vive!, Amnesty International. In collaborazione con Eirenefest.

Il coraggio della pace: 26 anni di resistenza nonviolenta

Un' incontro con la Comunità di pace San Josè Apartadò (Colombia), interno al Festival della Pace 2025, proposto da Jambo CEeS - Fidenza, Colombia vive!, Amnesty International. In collaborazione con Eirenefest.

“No alla violenza, no al conflitto, no alle ingiustizie”: sono questi gli ideali a cui si ispira la Comunità di pace di San José de Apartadó, comunità rurale nel nord della Colombia (dipartimento di Antioquia, regione di Urabá) che ha scelto la strada della neutralità assoluta nel conflitto armato che da oltre mezzo secolo si protrae nel paese andino nonostante gli Accordi di Pace.

La scelta di non collaborare con alcun gruppo armato, né con la guerriglia delle Forze armate rivoluzionarie colombiane (Farc) né con i paramilitari, ha finito per trasformare la Comunità in un bersaglio di tutte le organizzazioni armate. Sorta nel 1997, la Comunità di pace di San José de Apartadó si è sempre impegnata a non partecipare, direttamente o indirettamente, alla guerra, a non portare armi, a denunciare le violazioni commesse dalla guerriglia e dai paramilitari e a non rispondere alla violenza con la violenza, nonostante persecuzioni giudiziarie, sfollamenti forzati e crimini commessi contro quasi trecento suoi appartenenti (soprattutto leaders comunitari) nei quasi trent’anni della sua esistenza. La resistenza civile nonviolenta ha reso la Comunità conosciuta non solo in Colombia, ma in tutto il mondo, soprattutto perché ha messo al centro della sua vita quotidiana la popolazione civile come soggetto sociale e politico all’insegna degli ideali comunitari. L’autogestione della Comunità si esprime tramite la produzione biologica e il lavoro collettivo della terra (a questo proposito riveste un ruolo fondamentale l’Università contadina come spazio di formazione), il rispetto delle diverse confessioni religiose, i rapporti di lavoro nei quali tutti sono responsabili di ciò che fanno senza la necessità che ci sia un capo e dei sottoposti, la coscientizzazione sociale dei giovani affinché non vengano attratti dai gruppi armati e la creazione di zone umanitarie per accogliere e proteggere la popolazione civile di un territorio dove forti sono gli interessi economici, soprattutto a motivo via della ricchezza mineraria del sottosuolo.

Locandina 19 ottobre

In un tempo in cui tanto si vuole convincerci che guerra e sopraffazione sono vie praticabili, ascoltare Josè Roviro Lopez Rivera (membro del consiglio interno della Comunità di Pace, di ritorno dall' Onu dei popoli e dalla marcia Perugia-Assisi), farsi raccontare la sua personale storia (più volte minacciato di morte dai paramilitari) e la storia di resistenza nonviolenta dell'intera Comunità ci restituisce il senso dell’umanità, dell’impegno e la speranza. Perché – è certo – un altro mondo è possibile. 

In seguito ci sarà la presentazione del libro per bambini "300 supereroi e 1 caramella" che racconta l'esperienza di nonviolenza della Comunità.

Infine un momento di musica e aperitivo con Araceli, canzoni dal Sudamerica e l’aperitivo offerto dalla cooperativa Arca del Molinetto.

L’iniziativa è ad ingresso libero.


Questo incontro fa parte della rassegna  Festival della Pace 2025,
promosso da Casa della Pace e Comune di Parma,
con il contributo di Fondazione Cariparma


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